La ricerca dell’organizzazione internazionale no-profit Global Footprint Network ci informa che da oggi siamo in debito con la Terra. Abbiamo esaurito le risorse presenti sulla Terra, unite a quelle che essa stessa può rigenerare.
L’Overshoot Day quest’anno è arrivato più tardi rispetto all’anno scorso (nel 2019 è arrivato il 29 Luglio), ma non per merito dell’uomo che ha iniziato a cambiare stile di vita ma “grazie” al lockdown.
Il calcolo dell’Overshoot Day viene effettuato grazie al conteggio dei giorni dell’anno in cui la Terra è in grado di provvedere al fabbisogno umano, i giorni in più vengono detti “Overshoot”. Esso deriva quindi dal rapporto tra le capacità del pianeta e la richiesta dovuta all’uomo. In questo modo, è possibile calcolare la data in cui le risorse fornite smettono di provvedere alle necessità umane.
Complice la diffusione del Coronavirus quest’anno l’uomo ha lasciato respirare per un po’ il pianeta, l’aria è diventata più pulita, i livelli di smog si sono abbassati e animali e vegetali hanno ripreso i propri spazi. In questi mesi l’essere umano ha consumato meno degli anni precedenti, ha distrutto meno habitat e per la prima volta da molto tempo, l’Overshoot Day è arrivato in ritardo, negli anni precedenti cadeva verso la fine del mese di luglio (nell’Agosto 2005 è stato il 25).
L’organizzazione ha valutato l’impronta ecologica e la biocapacità di oltre 200 paesi nel mondo.
“L’umanità – ha dichiarato Laurel Hanscom, Ceo di Global Footprint Network – è stata unita dalla comune esperienza della pandemia e ha mostrato quanto siano intrecciato le nostre vite. Allo stesso tempo non possiamo ignorare la profonda diseguaglianza delle nostre esperienze né le tensioni sociali, economiche e politiche che non state esacerbate da questo disastro globale”.
Dal giorno che segna l’Overshoot Day fino alla fine dell’anno l’umanità aumenta il deficit ecologico, vale a dire che anche nel 2020 l’umanità consumerà più risorse di quante ne vengano rinnovate nonostante la pandemia di Covid-19
Esistono molte soluzioni che possono essere adottate a livello di comunità, o individualmente, per avere un impatto significativo sul futuro che vogliamo. Ad esempio come mangiamo, come produciamo il cibo, come ci muoviamo, come ci procuriamo l’energia elettrica, quanti figli decidiamo di avere.
Ridurre l’impronta di carbonio del 50% sposterebbe la data di 93 giorni.
L’umanità attualmente utilizza le risorse di 1,6 pianeti Terra. Utilizza il 60% in più rispetto a ciò che può essere rinnovato. L’anno scorso il dato è stato di 1,8 volte le risorse del pianeta.
Sempre Laurel Hanscom, CEO di Global Footprint Network afferma che “Rendere la rigenerazione centrale per i nostri sforzi di ricostruzione e recupero ha il potenziale per affrontare gli squilibri sia nella società umana che nelle nostre relazioni con la Terra.”
Nel sito della Footptint Network è possibile unirsi alla mappa interattiva #MoveTheDate, per condividere sui social con l’hastag MoveThedate suggerimenti e prendere spunti su come comportarsi per creare insieme un futuro sostenibile. Inoltre è possibile vedere come la propria impronta contribuisca al superamento globale.
Geekastica cerca di essere attenta all’ecologia e si è unita a #MoveTheDate. Voi che ne pensate? Un futuro sostenibile è possibile? Cosa fate voi per salvaguardare il più possibile la Nostra Casa?